Testimonianze
Gilda, durante la sua vita, ci ha mostrato che non si tratta di essere eccezionali ma solo di capire che la vita ha senso pieno quando al suo termine lascia dietro di sé un oceano di semplice amore condiviso in cui chi resta possa nuotare e trovare sollievo dal fuoco della morte che consuma. don Luca - Torino
Gilda scrive...
21/03/2020
Siamo tutti chiusi in casa perché questo virus non ci permette di uscire, di fare una passeggiata di fare un aperitivo con un amico. E’ difficile lo so e lo dico io perché io sono chiusa in ospedale. Mi è stato diagnosticato un tumore raro sopra la cresta iliaca di destra. Da novembre avvertivo dei forti dolori che venivano e andavano via. Con il passare del tempo ho fatto una visita la quale mi ha permesso di farmi fare la risonanza magnetica. Ricevuti i risultati, io e la mamma siamo andate al CTO e da li è iniziata la mia esperienza. Sono andata il venerdì e il lunedì 2 marzo ho fatto la biopsia. Entro per la prima volta in sala operatoria, è stato un incubo, perché per mettermi l’ago mi hanno bucato tre volte. Mi risvegliai e salii e dove mi aspettava mamma e papà. Il giorno dopo sono stata dimessa e da li al venerdì della stessa settimana è passato pochissimo. Venerdì ci chiamano e ci dicono che sono che cos’è questa sacca di 10 centimetri sopra la cresta. Si tratta del sarcoma di Ewing, un tumore che è tipico degli adolescenti ma molto rari. Io penso per gli effetti che la chemio ma avrebbe fatto: PERDERE I CAPELLI. Non furono bei giorni. Il mercoledì della settimana successiva andai in ospedale perché giovedì 18 dovevo fare tre piccoli interventi: la laparoscopia, il prelievo del midollo dall’ovaia e mi hanno messo un catetere sul braccio destro in modo tale da immettermi la chemio. I giorni che sto vivendo da mercoledì sono infiniti. Tutti i medici mi ripetono che è tutto risolvibile, ma tutto dura una decina di mesi. “Una cosa che tengo sempre nelle mie mani è il Rosario che mia nonna mi ha lasciato. Credo sia una protezione per me.”

Gilda e la Montagna. Marzo 2020
Doveva fare un compito in inglese, descrivere una festa, un Festival...Ha iniziato immaginando una camminata in montagna, verso il Lago Blu, a St. Jacques. Lei racconta, trasponendo tutto quello che finora le è toccato con la chemioterapia. (Sofferenze, rinuncia ai capelli...)
“Scendiamo dalla macchina, si distribuiscono gli zaini, il mio il carico più pesante, avrei voluto rimanere in macchina, troppo per me, non posso farcela..
Poi l'esperto di montagna, mi dice un passo alla volta e si arriva in cima, faccio fatica, non respiro, cammino, guardo a terra, mi siedo...
Ma ecco che arrivo al lago blu...magnifico, blu intenso riflette il cielo, mi dice di pensare positivo e di puntare in Alto.
Di colpo lo zaino mi giro, è vuoto...era pieno di Cibo per fare Festa.”
Che il Signore sia per lei, l'esperto della montagna...è accanto a lei...si sente e si siede con lei...ma la porterà sulla Cima.
In realtà Gilda non descrive una festa, ma già all'inizio del proprio cammino di sofferenza intuisce che il suo percorso non sarà vano e che sarà proprio lei a portare, con tutta la sua fatica, il necessario per una festa che si terrà là dove gli orizzonti si allargano all'immensità. don Gigi (SdB) - Bra

30/07/2020
Difficile dirlo ma mi mancherete! Difficile perché a sedici anni non avrei mai immaginato di intraprendere questo percorso. Un percorso lungo, difficile ma soprattutto che mi ha permesso di conoscere persone che rendono umano e familiare anche un ambiente silenzioso e freddo non solo per l'aspetto della temperatura ma anche per la presenza di grandi macchine grigie. Questo mese é passato veramente in fretta , mi mancherà
questo ambiente, ma aver finito anche questo percorso di radioterapia, mi fa capire che sto giungendo verso la fine.
Un grazie di cuore alla dott.ssa Anna Mussano che mi ha accompagnata per mano e a tutta la sua equipe, la quale ogni giorno mi ha fatto stappare un sorriso.
Vi prometto che vi porterò nel cuore e passerò a Salutarvi. Gilda Cersosimo

28/03/2021
Ciao Carmen, so che avete pregato veramente tantissimo e so anche che non è un bel periodo per te, ma pensa positivo e pensa quando potrai ritornare a casa, mangiare insieme ai tuoi cari. Io sto pregando tanto anche per te, vedi che ne uscirai presto! (Gilda scrive in risposta di un messaggio inviatole il 28 marzo 2021)
29/08/2021
"Stamattina camminando nel corridoio della degenza, vedo questa mamma distrutta, stremata che parlava con un medico. Passo e sento purtroppo’ che queste sono le ore decisive per il figlio.
Mi affaccio nella stanza, leggermente, con la porta aperta vedo questo bambino di 10 anni, sereno e tranquillo.
Oggi ho pensato solamente a lui, noi pazienti che già soffriamo a causa di queste cure fortissime, a causa degli effetti collaterali, con l’umore a terra, persone che magari vorresti vedere ma non puoi, vorresti uscire con i tuoi amici ma non puoi, sei vincolata. Pensare che questo bambino che in realtà ha una vita che l’aspetta, è al limite non sapendo nemmeno se ne esce.
Purtroppo’ di questa malattia si muore anche quando il percorso sembra andare per il meglio e poi anche una minima infezione rovina tutto. Io ci sono passata ero al limite tra la vita e la morte, me la ricordo benissimo quella sera e non vorrei mai più ritrovarmi in quella situazione, perché magari questa volta non c’è la potrei fare.
G. sei fortissimo e io sono positiva ce la farai perché noi siamo più forti di questo brutto mostro e ci goderemo la vita al doppio di tutti."

12/10/2021
Ciao Cristina e Renato,
sono Gilda la figlia di Paola, volevo scrivere questa lettera, dopo aver visto il servizio toccante, emozionante ma soprattutto coinvolgente.
Ho deciso di scrivere una lettera così come faceva Andrea. Finalmente attraverso questo servizio ho “conosciuto” Andrea. Penso che sia una persona sicuramente bellissima, forte, tenace, lungimirante, pensava molto al futuro in modo positivo ma allo stesso tempo era consapevole di ciò che stava affrontando, un mostro più grande di lui, ed è riuscito ad affrontarlo.
Vedendo le sue immagini, mi sono innamorata del suo sorriso e del suo sguardo lucente. Ho visto molta sofferenza nei suoi occhi, giustamente, ma io sono sicura che Andrea ora sta meglio, vi guarda anzi è lì vicino a voi e soprattutto sono sicura che è ancora lì in quella sua casa. Quindi, ciao Andrea!
Sapete qual è stata la cosa più bella del servizio? Sono state quelle volte nella quale lui scriveva di quella figlia, o tutte le frasi che sembravano di poeti importanti ma che, in realtà, provenivano tutte dal suo cuore. Questa cosa mi ha emozionato tantissimo!
Lo sapete che ogni sera, da quando mi avete parlato di lui, prima di addormentarmi, parlo con lui, molte volte lo sogno e una volta mi ha detto “tornerai a vivere, sulla terra, ai confini dell'immaginazione, sepolta di alberi e di fiori che come lei si sono spogliati della vita". E voi starete dicendo che è la stessa frase che ha scritto sulla lettera, e infatti quando l'ho sentita leggere, non ci credevo ai miei occhi. È un miracolo sicuramente!
Questa è stata la motivazione la quale mi ha spinta a scrivervi. Andrea se non ci fosse stato questo servizio io vi avrei scritto lo stesso dicendovi di questo sogno che non sa nessuno e nessuno sa che questa frase me la sono scritta e me la conservo, perché penso che lui mi è vicino.
Io capisco quando lui diceva che non voleva tornare in ospedale, è la parte in cui lo capisco di più. Come hai detto tu Renato, che quando esci dall'ospedale purtroppo ti continui a portare questo brutto ambiente anche a casa. Mi spiace che Andrea abbia dovuto interfacciarsi con quella psichiatra, che non ha avuto il coraggio di parlare, ma soprattutto di quei poliziotti o meglio, di quel poliziotto. Vedere come Nina cerca un approccio per fare capire il grandissimo sbaglio e vedere che lui nega e dice che non è successo nulla, questo fa male.
Vi dico la verità, io un giorno se potrò vorrei poter leggere tutti i suoi pensieri scritti, perché sono rimasta sorpresa da ciò che scriveva e come scriveva. Infatti chiedo scusa della mia scarsità nello scrivere, ma ci tengo tanto. Ho chiesto tante volte a mamma di portarmi sulla sua panchina ma con l’arrivo secondario della malattia, non c'è l’ho più fatta. Prometto che appena potrò ci andrò spessissimo, anche perché così posso incontrarlo.
Il Signore ha riservato tante cose a lui e sicuramente le starà compiendo e sarà sicuramente felice e capito. Andrea è nel mio cuore sempre. [Sono fierissima di tutti voi].
Vi voglio bene. Gilda Cersosimo


29/12/2021
Salve professoressa, la visita oggi è andata male, non posso riprendere il farmaco che avevo iniziato e le cellule che avevo raccolto non sono cresciute tanto. Riprenderò un chemioterapico che avevo fatto l’anno scorso e mano mano si monitorerà sempre di più fino a magari riprendere quel farmaco che avevo iniziato. Io oggi sono uscita dicendo “comunque vada io sono tranquilla voglio godermi tutte le cose belle della vita, comunque vada io voglio stare bene e potermi godere tutto”. È stato un colloquio difficile ma so che oggi ho raggiunto un livello di maturità altissimo e va bene così. Ho detto questa cosa all’oncologo sono uscite delle lacrime di pianto ma per sfogarmi e liberatorio, ho parlato faccia a faccia con l’oncologo e gli ho detto queste cose. Non è detto ancora nulla ma probabilmente so come andrà a finire purtroppo. Io ora so che voglio fare tante cose e non perdermi nulla. Sarò forte e la luce in fondo al tunnel continuerò a osservarla nonostante possa sapere che si spegnerà. (Gilda scrive così ai suoi docenti a posteriore dell'ultimo colloquio fatto con l'oncologo a fine dicembre)

29/12/2021
Il 29 dicembre 2021, dopo il colloquio con l’oncologo che l’aveva curata per due anni e (proprio quel giorno) le aveva detto che non c’era più nulla da fare, Gilda abbassando la mascherina (eravamo in periodo Covid) dice al medico con Paola presente: “a luglio mi sarei disperata ma adesso sono pronta!”. Esce dall’ambulatorio e dopo aver parlato con una bambina di 10 anni nel day hospital di oncologia rassicurandola che i medici l’avrebbero guarita perché “qui i medici sono bravi!”, ha scritto e postato questa frase: “Essere in bilico tra la morte e la vita può spaventare ma arrivare al punto di dire come va va, deve aiutarti ancora di più a voler fare tante e tutte le cose di quella piccola speranza ancora rimasta che si speri duri per sempre. Ma se non fosse così non importa l'importante è fare!”.

Scrivono di Gilda....
“Gilda ha vissuto in modo particolare due virtù: la fede e la speranza.
Nella fede viveva la convinzione di essere fatta per vivere presto in Cielo e quindi tutte le realtà di questo mondo acquistavano senso e valore in funzione di quella meta. La virtù della speranza non consiste nello "sperare" che capiti questo o quello. Ma è l'anticipo al presente di un bene futuro. Non ha senso essere nella gioia perché si soffre e si muore. La speranza fa vivere nel presente, oggi, anche immersi nella sofferenza e davanti alla morte, la gioia del bene futuro che la fede dice che si incontrerà. La fede indica la realtà futura, la speranza fa vivere oggi la gioia di quella realtà futura.
Io credo che fosse questa la situazione spirituale di Gilda.” don Ezio (SdB) - Torino

- Sono contento di poter diffondere la sua storia per far capire loro cosa vuol dire che Dio ha un progetto su ognuno di noi e che la vita vera è quella Eterna. Rodolfo - 17 anni - Roma
- La guardi avvolta da una cascata di riccioli d’oro, la delicatezza, l’armonia, la grazia e la bellezza dei tratti, il naso in miniatura, la bocca delicata e il viso piccolo contrastano con la grande grinta che le hanno attribuito l’appellativo di leonessa. Tenace sin da piccola, determinata a raggiungere ciò che desiderava. don Bruno (SdB) Torino
- “La luce se la ricevi la devi dare” che bella frase Paola è esattamente l’espressione che racchiude tutto quello che gilda mi ha dato, speranza e energia di voler portare luce in tutto quello che mi circonda ❤ Adriana - 22 anni - Monza
- ❤ Pensa che per la maturità le ho chiesto una mano e lei mi è stata vicina e mi ha aiutata.. mi ha aiutata a mantenere la calma e a svolgere un bell’esame.. io so che mi ha aiutata perché in un momento come quello mi sarei fatta prendere dall’ansia in un modo tremendo ( soffro di un disturbo d’ansia ) e invece anche i professori l’hanno notato che sono riuscita a stare tranquilla.. le voglio un bene dell’anima ❤ Chiara - 22 anni - Torino
- Buongiorno Pasquale...il 26.04 partirò per il Cammino di Santiago...porterò Gilda insieme a me perché mi protegga lungo il Cammino e se non vi dispiace arrivato a Santiago...davanti alla tomba del Santo lascerò questa immagine perché Gilda continui a proteggere tutti noi nel nostro cammino di vita. Sergio - 55 anni - Torino
- Però una cosa non riesco a concepire, il fatto che le persone non la conoscevano ma il suo messaggio è arrivato così forte, è una cosa che bho, davvero! Vittorio - 23 anni - Napoli
- Io la sento molto vicina, e anche durante la campagna addestrativa quest’estate, tra cielo e mare, mi sentivo vicino a lei! Angelica - 24 anni - Piacenza
- La forza di Gilda deve essere un esempio per tutti noi. Un forte abbraccio. Elena -50 anni - Città del Messico
- Gilda mi ha insegnato che la vita è bellissima. Benedetta - 18anni - Genova
- Io mi sono commossa proprio sulle parole io ora sono veramente felice dopo la comunione!
Si sì ma ci credo assolutamente! Proprio per questo mi sono commossa tanto perché proprio come diceva don Bruno è stata UNICA. Chiara - 33 anni - Torino - Gilda è stata da insegnante agli insegnanti. Melanie - 55 anni - Amman
- Gilda.... la dolcezza e la determinazione nello stesso sguardo.... Mi viene da pensare all'essenza dell'amore, nei suoi silenzi, nei suoi sguardi, e la forza, contro tutte le paure, di ciò che se non è stato ora, sarà altrove, in un tempo ed una dimensione che nemmeno immaginiamo. Carlotta - 56 anni -Orta
- Gilda, scrive una sua amica, mi ha lasciato questo grande valore, la sua spontaneità, la sua allegria e la sua dolcezza. Dopo una chiacchierata mi ha risposto con saggezza e purezza, non con parole ma il semplice sguardo, con il quale mi ha detto tante cose tra cui che l’amore è la cosa più importante e non c’è tempo di avere paura di provare sentimenti e mi ha insegnato a vivere a pieno ogni cosa. Elena - 22 anni - Milano
- Mi hanno colpito due immagine di Gilda bambina: lei che rema piccolina la canoa, e la voce del papà che dice"Brava Gilda!", poi lei adolescente che fa un tuffo molto acrobatico, stupendo, e poi scrive: "Sono stata brava?"... mi viene da dirle: sì, Gilda, sei stata bravissima, hai remato la canoa della sofferenza e ora hai fatto il tuffo in Dio, sei stata bravissima e ora puoi nuotare nel mare più bello, quello dell'Amore! Suor Maristella - Milano
- Di Gilda ammiro la sua forza e determinazione in qualsiasi contesto ma anche la sua profonda umiltà nell’affrontare ogni situazione. Lei più di tutti mi ha insegnato cosa significa combattere fino alla fine aldilà degli ostacoli e per questo le sarò eternamente grato. Gilda per me è oggi è come se fosse il mio braccio destro e la mia bilancia che mi aiuta a rialzarmi nei momenti difficili e a condurmi anche nei momenti di gioia. Dino - 53 anni - Torino

- UNA MANCIATA DI MINUTI. Conosco Paola da quando frequentavamo adolescenti insieme la Turris Eburnea, in sede a Torino e nei soggiorni a Champoluc e in giro per il mondo. Amicizia bella e profonda. Le nostre strade col tempo si dividono e ci si rivede una volta all'anno alla Messa del Teologo a Torino. Gli anni passano, ci si sposa, diventiamo mamme, ci scambiamo ogni tanto telefonate e foto dei figli, ci stupiamo a vicenda di quanto crescano; sono tre per entrambe, anche se Paola e Pasquale hanno battuto Nicola e me sulla tabella di marcia. Gilda dunque, fino al 2020, non l'ho mai conosciuta direttamente. Il 4 marzo 2020 ricevo una telefonata da Paola. Mi racconta della scoperta della malattia di Gilda: sono profondamente colpita, è tanto che non ci sentiamo, che dolore... sua figlia..mi chiede preghiere. Io posso solo fare una cosa e la dico a Paola. Sono in ospedale in quel momento anche io per una operazione per un tumore maligno. Offro le mie fatiche per Gilda. Da quel giorno Paola ed io ci "ritroviamo". Scambi di messaggi e telefonate, condivisione del cuore. Rimango affascinata da Gilda, da come affronta la malattia, dalla sua bellezza, dal suo coraggio. Ne parlo a Nicola e ai figli. Iniziamo a pregare per lei ogni giorno e ci affezioniamo a lei anche se non l'abbiamo mai vista di persona. Poi c'è la telefonata di esultanza di Paola per l'esito buono della tac. Che gioia grande. Poi ulteriore telefonata da li a poco e la scoperta del dramma della ricomparsa della malattia. Parliamo di Gilda ad amici e in tanti si uniscono alla preghiera per Lei. Ammiriamo con commozione il suo coraggio e la sua bellezza esteriore ed interiore. A metà agosto Paola mi fa sapere che saliranno a Bardonecchia in giornata: Gilda desidera immergersi nella natura e circondarsi di montagne. Noi siamo in quei giorni proprio là. Invito Paola a passare da noi per una merenda. Paola e Pasquale arrivano in giardino, ci abbracciamo, Nicola ed io rimaniamo ammirati da entrambi, provati dal dolore, ma con una fede tangibile che li rende sereni. Gilda è in macchina con fratelli e cugini, aspetta poco prima del giardino. Paola mi chiede se voglio salutarla. Ho tanto desiderato questo! Mentre camminiamo per raggiungere la macchina mi vengono in mente le parole di madre Elvira, "tu stai entrando in un luogo sacro", Sì ho avuto questa certezza di stare per avvicinarmi a Qualcuno di sacro. Il mio incontro con Gilda è durato meno di una manciata di minuti. Ci siamo guardate fisse negli occhi. lo dall'alto del finestrino della macchina, lei dal basso, seduta sul sedile. Ho incrociato uno sguardo profondissimo, che portava diritto al suo cuore, non potevi avere dubbi, quello sguardo portava dritto ad un cuore grande e pulito, non c'erano barriere. E mentre la fissavo, mi sono sentita anche io penetrare dai suoi occhi bellissimi, sino al mio cuore, che provava stupore, mistero, gratitudine, era come bere ad una fonte, eppure era solo uno sguardo insieme ad un sorriso, grande, vero, sereno: di una donna sicura di sé, che guardandola era come se dicesse: lo so, vedete una malata, ma io sono serena perché ho accanto Qualcuno che mi porta in braccio. E allora sporgendomi un po' dentro al finestrino aperto, le ho sussurrato: grazie Gilda perché pregare per te fa bene a me e di questo ti ringrazio. Altro sorriso, gigante. Altro tuffo nel cuore. Poi la partenza, con saluti. Torno in giardino, non posso non parlare di quello sguardo, di quel mio cuore trafitto. I mesi seguenti, nell'immenso dolore, continuano ad essere colmi di stupore e ammirazione per noi. Il funerale di Gilda seguito con desiderio e attenzione da tutti noi in streaming, è un trionfo della vera vita. Grazie Gilda bellissima, perché ci siamo affezionati a te e ti sentiamo vicina, tu che ora vedi faccia a faccia Dio, intercedi affinché anche io e tutti noi abbiamo già qui in terra uno sguardo penetrante sulla realtà, specchio del Paradiso, dove ci ritroveremo insieme. Chiara - 53 anni - Trento

- Suono il campanello, mi aprono. Vado nella stanza e prendo calzari, camice, visor, guanti. Inizio a cambiarmi. Lascio il resto del mondo all’esterno. Con questi gesti d’amore mi preparo a entrare nel santuario dove il Signore mi porta ogni giorno, in queste settimane, a adorarlo nella sofferenza dei miei tre amici. Entrare al cospetto di questa sofferenza non è possibile, se non accompagnati. E ogni singola volta, in questi giorni, mi accompagna la benedizione che viene da lontano e si fa vicinissima al cuore di Pasquale, di Paola e di Gilda, la benedizione di padre Giorgio. Così, passata la zona filtro, entro nella clausura dell’isolamento, dove la presenza del coronavirus ha chiuso i miei amici. L’unione di Gilda, mamma e papà, ne fa un cosa sola. Una cosa sola unita al mondo esterno, Antonio, Francesco, Andrea e Stefano e tanti altri. Uniti, camminano salendo il Calvario, cadono, si rialzano. Matura il frutto del cammino, la docilità. Matura prima di tutto in Gilda. Gilda in quei giorni ti ho visto sorridere, ti ho visto mangiare con appetito, ti ho visto misurarti con limiti sempre più grandi, con muri sempre più alti. E ti ho visto capire. Il tuo corpo ha capito per primo, non ha più voluto mangiare. E poi la tua frase: “fare tante e tutte le cose di quella piccola speranza ancora rimasta che si speri duri per sempre” ha preso il suo pieno significato. Fare tanto e tutto, abbandonarsi al tanto e al tutto. Perdersi nel Tutto. Nell’ultimo giorno hai consegnato ad Antonio la tua luce, ormai colma di dolcezza. Noi ti ritroviamo lì, nel Tutto, nella persona che è inizio e fine, nella braccia del Padre. “Adesso che sei nell’abbraccio di Dio, Gilda, amica nostra, aiuta anche a noi a trasformare il dolore in speranza, imitando il tuo sguardo e il tuo sorriso. Prega perché sappiamo attraversare il buio con fiducia incrollabile nel Padre della vita e con il tenero aiuto della Vergine Maria. Amen” Elena - 61 anni - Torino
- Gilda amava le piccole cose di vita quotidiana da cui attingeva gioia e voglia di vivere ed era capace di inondare anche gli altri di questa voglia di vivere. Con le sue unghie colorate e alla domanda “cosa vedi nella tua giornata o nelle persone intorno a te”, ti senti spiazzata perché lei vedeva dentro e oltre la sua vita.
Gildina (nonostante avesse piena coscienza di tutto e del mostro che doveva affrontare) ha deciso e scelto di lasciarci il suo sorriso. Ciò che più ci stupisce è proprio questo, avrebbe potuto disperarsi, avrebbe potuto anche semplicemente chiudersi al mondo, alla famiglia e agli amici...ed invece si aperta ancora di più alla vita SORRIDENDO NONOSTANTE TUTTO. Gilda - 51 anni - Torino - Una cartolina postale con una pagoda con tanti tetti rossi inviata da zia Lella “tanti tetto, forse serviranno per ospitare tanti uccellini”. Era piccola ma la sua visione del mondo era inclusiva, generosa e solidale. Raffaela - 60 anni - Parigi
- Un suo amico scrive “ciao sono Gilda mi ha dato il tuo numero Frank. Ti posso contattare?” Dopo due ore mi stava già aiutando in una situazione con una ragazza. E io pensavo, come fa ad essere disponibile con gli altri? Non si scoccia? Vittorio - 23 anni - Napoli
- Un suo professore di filosofia: “Fortunato ad incontrarti ed essere stato tuo “allievo” per un anno. Mi hai insegnato ad avere il sorriso e la voglia di vivere anche quando si conduce una lotta impari. Ricordo le tue relazioni approfondite e coinvolgenti, la tua ironia. Gentile e tenace combattente, fortunato ad incontrare il tuo sguardo intelligente, intenso e curioso. Matteo - Torino
- Gilda era un sole…. ed è oggi ancora un sole, la sua speranza irradia. Adriana - 55 anni - Torino
- Un viaggio Barcellona. In ritardo l’aereo e lei ci ha fatto apprezzare di vedere la città di notte. Le piaceva viaggiare di notte.
- Le difficoltà della vita (il ramo spezzato con le schegge aguzze). La capacità di posarsi sopra con leggerezza. La predisposizione a volare via in un attimo. L'attesa. Carlotta - 56 anni - Orta
- Con Gilda ci sentivamo spesso quando anche io affrontavo la chemio e mi ha dato grande forza e grande energia con i suoi consigli e i suoi pensieri. Non la conoscevo benissimo ma da quello che ho visto e percepito, era una grande guerriera ed una ragazza splendida e solare. Ti mando un forte abbraccio e un augurio di serena Pasqua ☺Diego - 24 anni - Laino Borgo

Con Gilda ci siamo conosciute la prima volta a Champoluc e fin da subito ci siamo trovate in sintonia e mi aveva colpito molto la sua solarità e il suo sorriso.
Nonostante la distanza, essendo io di Roma, siamo sempre rimaste in contatto e mal grado non ci fosse una frequentazione assidua, proprio per la lontananza tra le nostre città, l’ho sempre sentita e ritenuta come una delle amiche più sincere e a me più care. Proprio per questo quando ho saputo della malattia e ancor di più quando si è saputo che la diagnosi era così tragica per lei, sono veramente rimasta sconvolta. Per di più soffrendo anche per un altro problema grave accaduto in famiglia negli ultimi mesi, non nascondo che la mia fede ha incominciato a vacillare. Mi sono posta tante domande: “Perché Dio permette che accadano certe cose così terribili? Dov’è in questi momenti?”. Che poi sono le classiche domande che da secoli l’uomo si è posto e continua a porsi. In breve, ero proprio delusa e arrabbiata con Lui, pur continuando a pregare, tanto che fino all’ultimo ho sperato nella grazia, in un miracolo per la nostra Gilda.
Proprio negli ultimi giorni però qualcosa è cambiata dentro di me .. e in particolare proprio ieri nel corso dei suoi funerali , ho capito, cara amica mia Gilda, dalla bella omelia di Don Gigi, dalle bellissime parole del tuo papà , ma ancor più dalla sua serenità ..ho capito che grazie a te, Dio mi ha dato il segno che in qualche modo aspettavo da Lui nelle mie preghiere degli ultimi tempi .
Infatti, la mia rabbia si è trasformata in ammirazione per tale serenità e piano piano anche in accettazione per questo tuo destino.
E perché ho capito che davvero sei stata chiamata a qualcosa di più grande e di più bello. Sono davvero felice di averti conosciuta, e di aver avuto una testimonianza dell’amore per la vita così forte, che terrò sempre custodito nel mio cuore.
Rimarrai per sempre con me, così come rimarranno per sempre indelebili i ricordi e tutti i bei momenti trascorsi insieme. Penso alle nostre risate, alle tante chiacchierate, alle varie passeggiate ed escursioni a Champoluc come anche quei nostri semplici messaggi a volte divertenti, a volte profondi.
Grazie per avermi insegnato cosa significa veramente amare la vita, lottare sempre per essa e accettare anche le cose che ci fanno male o che vorremmo non accadessero mai.
Ora mi rimane il rammarico e la tristezza di non poter più realizzare e mantenere quelle promesse che ci eravamo fatte tra un messaggio e l’altro ma ancor di più nello scorso novembre quando ci siamo riviste seppur per poco tempo. Non immaginavamo certo che sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo viste, per questo lo considero anch’esso a maggior ragione un dono prezioso, e non lo dimenticherò mai.
Grazie Gilda per aver incrociato il mio cammino nella vita ed avermi insegnato ad amarla ancor di più, apprezzando ogni piccola cosa.
Carlotta - Roma - anni 21

Ho pensato tanto ad un ricordo particolare che ho con Gilda, tutti questi anni di conoscenza portano con loro inquantificabili momenti e sarebbe difficile riassumerli e descriverli in poche righe su un pezzo di carta. La verità è che tutti noi con Gilda a
Santa Maria abbiamo condiviso la quotidianità, non quei singoli attimi particolari, ma tutti i numerosi momenti normali, perfettamente comuni e per questo meravigliosi. Abbiamo condiviso la crescita, i litigi di bambini, le pizze, le serate trascorse a giocare a nascondino, i pomeriggi con la palla e poi le uscite, i cosiddetti "inciuci", insomma, tutti quei piccoli tasselli di un puzzle che, pezzo dopo pezzo, ha definito i contorni della nostra storia e che ci legherà per sempre tramite quei singoli pezzetti, quei momenti d'estate che, si sa, per ogni ragazzo costituiscono una parte fondamentale della vita, alla scoperta di se stessi e dell'altro. Le prime vere amicizie, i primi amori, i pianti, perché d'estate tutto si vive più intensamente ed in quei due mesi ogni giornata si vive a mille, come se fosse la più importante.
I primissimi ricordi che ho con lei non sono momenti tanto pacifici, anzi, ricordo che da bambine una sera mi tirò un cavallino bianco di plastica in faccia per nessuna ragione, o meglio, probabilmente per qualche motivo validissimo per una bambina di due-tre anni.
E sono felice di poter dire che crescendo, quando abbiamo smesso di lanciarci oggetti, ho avuto modo di conoscere sempre di più la persona che si celava dietro la bambina di quel cavallino di plastica bianco ed ho imparato ad apprezzare la ragazza solare e coraggiosa che é diventata.
L'altro giorno poi, mentre, come spesso mi capita, facevo un piccolo viaggio nei ricordi, tra i video dei nostri vecchi spettacoli ne ho trovato uno risalente al lontano 2013, in cui per intrattenere il nostro "pubblico" avevano deciso di proporre una serie di sketch divertenti. Ora, sebbene Gilda sia sempre stata una nostra grande sostenitrice solo dall'esterno, quell'anno aveva persino deciso di prendere parte ad una di quelle scenette.
Essendo una decisione presa all'ultimo momento, la sua idea fu quella di inserirsi in una scenetta già fatta, inventando un nuovo personaggio, ossia la parrucchiera di Vittoria, che la "infastidiva" mentre lei cercava di dire la sua battuta.
Capirete bene che tutto ciò non aveva alcun senso ed infatti fu quello che io dissi, tuttavia forse fu proprio questo a renderlo così divertente da ricevere un scroscio di applausi.
Quel momento mi diede una grande lezione, perché capii che la comicità nasce da ciò che non ti aspetti e ti coglie di sorpresa e l'arte non va ricercata nello straordinario, ma nei piccoli gesti ordinari e spontanei.
Ed è proprio di questi gesti che sono costituiti i ricordi che ho con Gilda, giornate qualunque,
bagni al mare, risate, che nella loro semplicità hanno reso le nostre estati così uniche.
È un'idea che da allora porto sempre con me e su cui ho costruito qualunque altro spettacolo o momento artistico della mia vita.
In tutti questi anni, in ogni scena recitata, in ogni coreografia o canzone che abbiamo cantato, Gilda è sempre stata con noi, in ogni video che abbiamo realizzato per lei ed ogni volta che siamo saliti su un palco o abbiamo canticchiato silenziosamente qualche ballo di gruppo nella nostra cameretta, lei era lì con noi e lo sarà per sempre.
Custodiremo gelosamente ogni singolo ricordo nel nostro cuore, perché ciò che siamo è frutto delle vite con cui siamo andati ad intrecciare la nostra, e Gilda è una di queste. Chiara - 23 anni - Napoli

Forse è questa la vita eterna.
Non restare solo un ricordo, ma vivere dentro le parole di chi ci ha conosciuto, camminare sulle gambe di chi ha passeggiato con noi, continuare a guardare il mondo dagli stessi occhi che ci hanno guardato almeno una volta e ai quali abbiamo lasciato un segno. E Gilda questo l’ha saputo fare, come un dono. Non ha avuto bisogno che qualcuno le insegnasse come lasciare le sue impronte. Era intrinseco di Gilda lasciare una scia di luce quando passava, lasciare un alone di curiosità attorno alla sua figura.
Lei, maestosa, era anche questo Paola, e te lo dice chi non l’ha vissuta da quando è nata, non l’ha vissuta in tutta la sua adolescenza, ma soltanto in una breve parte della sua vita. Gilda non mi ha mia fatto pena, non lo voleva lei questo. Gilda mi ha sbattuto in faccia una forza e una voglia di vivere e al contempo di accettare qualsiasi cosa il destino avesse già scritto che neppure quando la mia mamma è stata male ho visto, o comunque mi ha mostrato altre emozioni, altri stati d’animo, altri tipi di forza. Nefertari - 28 anni - Siena

Sono Alice, una delle specializzanda di Pediatria collega di Jessica, che mi ha girato il Suo contatto.
Le chiedo innanzitutto di scusarmi per non essere riuscita a scriverLe prima, per una serie di situazioni non mi è stato possibile. Ho pensato molto a lei e a Sua figlia nell’ultimo anno…
Dopo la fine della turnazione in Oncologia, sono passata a lavorare in un Servizio Ospedaliero esterno e non mi è stato più possibile a venire a salutarVi durante i vari controlli, i miei turni non erano compatibili con le vostre visite. Ma mi tenevo informata su Gilda tramite Jessica e altre colleghe rimaste al Regina. Fino a dicembre.
Quando ho saputo, la situazione era già precipitata.
Sappia che mi è dispiaciuto immensamente non essere riuscita a salutarla, è un rimpianto che mi porterò dentro per sempre. In una realtà dove vedi continuamente bambini affrontare situazioni più grandi di loro, Sua figlia mi ha toccata in un modo particolare.
È stato un grande privilegio conoscerla, parlarle, provare ad alleggerirle le giornate di ricovero, anche essere brutalmente battuta a biliardino. Ricordo i racconti sulle estati al Sud, qualche aneddoto della vostra famiglia, sul gatto di casa…
Eravate belle, in quelle stanze dalle pareti di linoleum colorate. Belle di una bellezza che deriva dalla dignità e dalla forza con cui avete affrontato la battaglia crudele e ingiusta di una malattia terribile.
Le chiacchiere durante il giro visite, le partite a biliardino nel pomeriggio, momenti di leggerezza rubati alla normale routine di reparto, sono tra le circostanze che più hanno dato senso a quei mesi in reparto.
Mi avete insegnato ad essere complici nel rubare occasioni per trasformare il tempo della malattia in tempo di vita. Alice - 33 anni - Caserta

oi Gilda come va?
qua tutto bene, manchi a tutti, alla tua famiglia, ai tuoi amici e a tutto il tuo branco.
Grazie già da ora perché mi hai dato la forza di parlare a tre persone dell’amicizia o comunque del rapporto che avevo con loro per chiarire e anche per dire la mia su cose che non mi andavano più bene si sente la differenza dall’averti qua con noi e dal sapere che sei lassù che ci guardi e che ti rendi disponibile per ogni nostro affidamento sono grata di averti conosciuto e vista dal vivo anche se solo una volta, avrei decisamente voluto conoscerti meglio ma mi accontento di quel 4 maggio 2019
sono sicura che piano piano ci conosceremo anche in questo nuovo modo ora la cosa difficile sarà realizzare e adattarci a questo nuovo tipo di legame, ma ce la faremo insieme ti vogliamo e ti voglio tanto bene e ogni giorno te ne voglio di più, ci sentiamo presto nella nostra nuova modalità ahaha. gaia❤ Gaia - 18 anni - Milano
Cara Gilda, tu sei entrata nella mia vita ,nel mio vissuto. Ci siamo incontrate alla panchina di mio fratello. Eri provata ,ma bellissima, sorridente e soprattutto attenta a tutto quello che mio fratello ha subito .Non vedevi l'ora di vedere il servizio delle Iene e non solo lo hai visto, ma li un miracolo....durante la trasmissione corri in camera e porti a tua mamma un biglietto...Andrea in sogno ti aveva detto una frase che è una sua meravigliosa poesia. Hai scritto a me e papà una lettera meravigliosa che è nella cartelletta che raccoglie tutti i preziosi scritti di mio fratello. Tu Gilda, bella, dolce, occhi che sanno di cuore grande. Sei in Paradiso e quando arriverò mi devi truccare... Per me sei Luce e quando ho momenti di malinconia e tristezza e dubbi ,ti chiamo e ti chiedo di starmi vicino... sono fortunata perché la mia mamma, mio fratello e adesso te splendida creatura, miei angeli che mi proteggete e mi indicate la strada. Tu ci sei e ci sarai sempre💚❤♥ Cristina - 57 anni - Milano
Ciao Paola… oggi Francesco mi ha dato il libro… l’ho letto tutto e non ti dico cosa ho provato mentre leggevo pagina per pagina..
Una tristezza infinita veramente.. Gilda non manca solo a voi ma anche a me da quest’altro lato, era per me una cugina importante, speciale, non aspettavo altro che arrivassero i mesi estivi per poter stare insieme visto che la lontananza ci ha separate!!
Io c’è l’ho sempre al mio fianco, lei mi accompagna tutti i giorni soprattutto nei miei momenti no lei è con me… la mia vita di giorno in giorno l’affronto insieme a lei!!
Lei è qui… mi parla ed io l’ascolto… Paola, mi manca tantissimo e non riesco ad accettare il fatto che lei non ci sia più, che non è più qua con noi ma so che un giorno ci rincontreremo lassù!!
Grazie di cuore… adesso il libro verrà messo insieme alla foto, al cuscino… Stanno affianco a me e nessuno me li toglierà da vicino..
Un abbraccio forte ❤ Anna- 21 anni - Castellabate
Ciao Gilda, prima di tutto mi manchi, questa mancanza si fa sempre più forte, per il fatto di non sentire più la tua risata, se non nei mille video che ho di te, perché si mi piaceva riprenderti o farti foto, e riguardarle a casa mi rendeva felice, anche per il fatto che tu fossi la mia migliore amica, anche se lo siamo state per un annetto. Queste foto e video le riguardo ancora, sono grata e mi sento fortunata ad averti incontrata e conosciuta. Mi hai lasciato tante cose, ma soprattutto la tua forza, che io cerco di imitare, perchè provo anch’io ad essere forte come te e a non mollare. Poi mi ricordo “amore miij” come ci chiamavamo e io ti chiamerò per sempre cosi e resterai impressa nel mio cuore per sempre. Poi ricordo gli scherzi che facevamo alle persone o ai nostri compagni, facevamo cose stupide, ma ci divertivamo un sacco, penso di ricordarmi tutto di te, i tuoi capelli ricci, i tuoi occhi dorati, il tuo sorriso stupendo, il tuo piccolo naso, che tanto invidiavo, ti ricordi? Tu si che eri una persona speciale, gia dal tuo aspetto si poteva capire, perchè guardandoti, facendo uno dei tuoi sorrisi, si capiva la tua bontà, gentilezza e semplicità. Ti vorrò per sempre tanto ma tanto bene. Giorgia - 21 anni - Torino

Di seguito il mio pensiero su Gilda di domenica scorsa...
I nostri ricordi con Gilda sono tutti belli...
Gilda è una ragazza solare con i capelli lunghi e ricci fino a due anni fa praticamente...una nuvola bionda;
Gilda è una ragazza dolcissima...quando parla lo fa con voce calda e pacata;
Gilda è il sorriso in persona e quando sorride spuntano le fossette, ha ciglia lunghissime e sguardo penetrante, a volte io distoglievo quello sguardo e adesso me ne pento.
Dopo aver trascorso un anno e mezzo a Torino ininterrottamente, Gilda e Paola scendono a Laino a maggio scorso, non ce la faceva più Gilda!!! Questo sogno voleva realizzarlo.
Paola mi informa di essere a Laino e li invito al parco xkè quel giorno, era il 22 maggio, avevamo deciso di trascorrerlo là; abbiamo pranzato fuori sotto il sole e Gilda era al settimo cielo; nel pomeriggio Gilda e Riccardo salgono sui percorsi e lì sdraiata sulla rete ha contemplato il Creato: gli alberi, le montagne, il cielo azzurro, i prati...riporto ciò che mi ha scritto la sera stessa Paola: " che il Signore vi ripaghi...Gilda mi ha ripetuto: oggi mamma un sogno il verde, il cielo...ringrazio di cuore Riccardo, la sera provo a vedere dove Dio ha fatto capolino, oggi voi siete stati suoi emissari".
Gilda e Paola prima di ritornare a Torino fanno un' altra capatina al parco come se Gilda volesse fare il carico di tutto ciò che la faceva star bene per poi rivivere quelle emozioni nei giorni che sarebbe ritornata a casa e in ospedale.
Gilda è la gratitudine in persona e di questi tempi trovare ragazzi che lo siano è un po' difficile, perché tutto gli è dovuto. Non mancavano mai i ringraziamenti con i cuoricini ad ogni mio wa quando mi informavo su di lei. In qst periodo difficilissimo per lei, i nostri wa, non dico che erano frequenti ma ci scrivevamo abbastanza, il più delle volte quando sapevo che avrebbe dovuto sottoporsi ai controlli.
Conserverò gelosamente i vocali che mi ha fatto, quando vorrò sentirla più vicino l' ascolterò e sicuramente le lacrime scenderanno ma anche un sorriso a pensare quello che è stato per noi Gilda. Credo che lei abbia preso alla lettera il messaggio di Papa Giovanni Paolo II quando rivolgendosi ai giovani disse: prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro; lei della sua vita non ha fatto solo un capolavoro ma un'opera d'arte.❤ Annamaria - 50 anni - Laino Borgo
La semplicità non significa banalità: il concetto mi rimanda a un pomeriggio d’estate, quando ho rivisto Gilda qui a Lago.
Lei varca la porta del Salone, eludendo qualsiasi convenevole: trasmettendo serenità, laddove frasi di circostanza non potrebbero che risultare solo una ridondanza futile. C’è una doppia comunicazione: verbale, nella sua capacità di raccontare “il percorso” andando oltre il proprio “io”; essere esempio fulgido per chi ha fede, esserlo nella sua ampiezza di respiro sociale.
Un messaggio laico di supporto per la comunità vicina e distante (nella sua ottica universale), tramutando il dolore, in un percorso dove ci si doni aprendo la propria esperienza agli altri.
Dunque, sostegno verso il prossimo; rendendo le proprie fragilità ancora di salvezza verso chi viva lo stesso presente e ha bisogno di una mano da stringere, protesa a rischiarare il buio.
Antitesi a battaglie contro “mali” da estirpare dal proprio corpo. Guerre senza tregua fatte di soli vinti.
Infine una comunicazione non verbale: un’infinità di gesti pieni di molteplici significanti, capaci di rimandare a significati sempre più profondi, da ricercare nell’incomprensione di un momento tragico. Mai urlati; in silenzio puro, candido.
La prossemica di una donna matura capace di insegnare, dopo essere stata attraversata da una vita che le ha mostrato il mondo con i suoi abissi più plumbei. Eppure, tutto ciò si lega “semplicemente” a una ragazza giovane, sovvertendo qualsiasi banale lettura. La “semplicità” dell’essere rimane marmorea rispecchiando la limpidezza di ogni gesto espresso da Gilda.
L’esempio traccia sentieri, seminando fiori da cogliere e non disperdere.
Luca - 35 anni - Castellabate
Gilda non è stata la sua malattia. La malattia ha tolto di torno tutto quanto Gilda non era, per lasciare a nudo solo quello che lei autenticamente era ed è. La Croce è terribile ma il suo lato buono è che ci mostra fino in fondo il Crocifisso. La Croce fiorisce se è seminata dello stesso terreno di Cristo. La Croce non fiorisce se non è piantata saldamente sul Golgota accanto a quella di Gesù. Ce lo insegna il primo santo della storia il cosiddetto buon ladrone. Piantato accanto a Gesù ruba il Paradiso. don Luca - Torino.

Psicologo e psicoterapeuta che aveva seguito Gilda, descrive come aveva affrontato la sua malattia.
Ho lavorato come psicologo per un periodo di tempo con Gilda e ho visto tradotto in pratica quello che i manuali di psicologia fanno in fretta a dire ma, da vivere, è un'altra cosa. Quali sono i punti fondamentali.
Primo si chiama accettazione. E accettazione è un principio difficile da capire perché accettare non vuol dire mi piace, non vuol dire sono contento, accettazione non vuol dire è giusto così. Accettazione è così, punto. Accettare è: questa è la realtà. Si può non accettare? Per certo ci sono tante tecniche per non accettare. C'è la negazione…. Ma dopo l'accettazione c'è ancora un altro elemento che ho visto molto bello e molto importante realizzare in Gilda che è il passaggio alla gestione della realtà. La realtà può essere che mi piace e che non mi piace, ma la gestione della realtà dipende sempre da noi. Il che vuol dire che uno può essere dispiaciuto di quello che è capitato, di quello che capita, dispiaciuto della situazione, ma contento della gestione che ne fa. Si può sempre essere contenti della gestione che uno sta facendo della realtà, qualunque essa sia. E allora se guardando i filmati che avete visto prima vi è venuto dubbio, la domanda, ma come fa a esprimere Gilda della gioia? Ma non si rende conto della situazione? Come è possibile esprimere, e si vede che è sincera, che la vive della gioia avendo ben coscienza della realtà. Perché la gestione che faceva, le piaceva. La sua gestione. Sto gestendo quello che capita proprio come piace a me gestirla. Questo è un insegnamento molto grande. don Ezio (SdB) - Torino

“Gilda mi fatto un regalo grande al momento della sua morte. Mi ha detto da come è morta, parole che mi hanno convertito. Io credevo che dando la mia vita per lei, la cosa fosse automatica cioè, che la sua guarigione richiesta al Signore avvenisse automaticamente senza avere nessun dubbio. Invece, la richiesta fatta al Signore non è stata come io pensavo perché la volontà del Signore è un'altra e tutto questo mi faceva pensare che la mia richiesta fosse sbagliata. Grazie per ciò che mi ha detto con la sua morte Santa. È stata per me una vera conversione di fede!” don Antonio d'Osasco
“di Gilda mi ha colpito subito la sua grande grinta, la sua voglia di fare, la sua voglia di conoscere tante persone e di imparare e stare un po’ con tutti. Standole vicino negli ultimi momenti quando era ancora a casa, un pomeriggio parlando mi ha raccontato di questo: si svegliava spesso di notte un po’ per il dolore e io le ho chiesto: “ma cosa fai di notte” e lei mi dice “ma io prego” e sono rimasto molto colpito! “Prego per due motivi: il primo è per la curiosità di vedere cosa c’è dopo ed il secondo, per i giovani che sono ammalati come me.” Senza mai nominare la preghiera per la sua guarigione. È stata una bella lezione anche per me che sono un frate e che prego appunto, come frate, tanto durante la giornata”. padre Matteo - Carmelitano
“Ciao, sono suor Maristella. Sono una monaca benedettina e vivo a Milano a poca distanza dalla sede della TURRIS EBURNEA. E infatti, io non ho conosciuto personalmente Gilda se non attraverso la TURRIS che è venuta a chiedermi preghiere per lei quando si è ammalata. E con tutta la mia comunità, abbiamo seguito proprio da vicino Gilda, passo passo, e seguivamo le varie vicende della sua malattia. E in modo particolare le ultime due settimane, sono rimasta colpitissima quando mi è stato detto che le hanno portato la Comunione in quella stanzetta in cui lei ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita, e lei è riuscita a dire, dopo aver ricevuto la Comunione, sono felice! Ecco, quando io ho ricevuto questa notizia, mi sono molto commossa perché ho capito che Gilda stava già vivendo quello che dovrebbe essere la pienezza della nostra vita di monache, cioè trovare tutta la felicità nella Comunione nell'Eucaristia in Gesù. Quindi, io ringrazio tantissimo Gilda di averci comunicato questa gioia che nella vita si può sperimentare anche attraverso dei momenti così dolorosi come la sua malattia, solo attaccandosi a Gesù. E quindi adesso, il mio modo di sentire Gilda vicina, è quello di ricevere la Comunione pensando a lei alla sua felicità che lei vive nella pienezza e, fare l'Adorazione Eucaristica. Io, quando sono davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento, la sento vicina. suor Maristella dell’Annunciazione - Milano (Benedettina dell’Adorazione Perpetua del SS. Sacramento del Monastero di San Benedetto) -13 aprile 2022
"La domenica 3 ottobre dell'anno scorso (2021) stavo portando la Comunione a una mamma di una bimba ricoverata in Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) a Torino al quinto (reparto Oncoematologia). In corridoio di questo reparto ho incontrato una signora, che mi ha chiesto gentilmente di dare la Comunione anche a lei e a sua figlia ricoverata. Sono entrato nella camera, abbiamo pregato insieme, loro hanno ricevuto la Comunione e la benedizione. Così ho conosciuto Gilda e la sua mamma. Già allora, nonostante poca durata del nostro incontro, si poteva percepire la sua pace interiore e serenità dell'anima, per questo mi ricordo ancora tutt'ora questa conoscenza. Nel mese di gennaio di quest'anno (2022) ho di nuovo incontrato Gilda con la mamma e il papà. Loro sono passati prima dall'Isola Margherita al settimo piano, dove non sono riuscito ad entrare, perché aspettavano l'esito dell'esame del tampone. All'esito positivo la mamma con Gilda sono state trasferite al reparto Covid, sempre al settimo piano, invece il papà, anche se non era positivo, ha voluto lo stesso andare insieme a loro. Ho cercato a più riprese di visitare Gilda con i suoi genitori. Ovviamente, con tutte le precauzioni, legate a vestizione - svestizione e utilizzo DPI: non sempre mi permettevano sentire e vedere bene. Così Gesù era ancora più vicino a loro perché lo potevano ricevere nel Sacramento dell'Eucarestia ogni volta quando passavo da loro. Un giorno Gilda ha ricevuto anche il Sacramento dell'Unzione degli Infermi. È venuto pure il suo fratello e ha pregato insieme a noi. Mi ricordo bene un giorno (il 17 gennaio), quando io e suo padre, non appena sono entrato, abbiamo cominciato a parlare a lungo. A un certo punto del nostro colloquio interviene Gilda con queste parole: "La facciamo questa Comunione?" Cioè, per dire, "è arrivato il sacerdote, ha portato Gesù e la cosa più importante è riceverlo!" Ma, non era ancora finita lì. Dopo la Comunione Gilda si è girata verso la mamma e ha detto che "è felice". Mi ricordo bene quello, che ho sentito, che alla domanda della mamma: "Sei felice?" Gilda rispose sorridendo: "Sì!" Un giorno un’altra assistente religiosa sorella Claudia facendo anche servizio al SERMIG, quindi conoscendo Gilda e i suoi genitori è venuta insieme a me. Abbiamo percepito e siamo rimasti colpiti dal senso profondo della fede e dalla luce dell’anima che emanava da Gilda, malgrado la sofferenza molto visibile. Il suo sorriso e la serenità nei suoi occhi ci hanno parlato di una pace interiore profonda e di una felicità ancorata in Dio. Ringraziamo Dio per il dono della fede che ha fatto a Gilda, e tramite lei, è diventato dono per tanti!" don Ihor Holynskyy
“The Child is the Father of the Man” (trad: Il Bambino è il Padre dell’Uomo), scriveva il famoso poeta romantico inglese W. Wordsworth nella sua breve poesia “Rainbow” (trad.:”Arcobaleno”)…
Se penso a Gilda mi pare proprio che la traduzione letterale della citazione si attagli perfettamente a Lei: la Sua vita esemplare, caratterizzata da una forza inesauribile, alimentata dalla fede e dalla speranza, rappresenta per me un modello fulgido, una faro luminoso e una fonte di conforto quotidiana …- Graziella, 59 anni, Piacenza